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Vagava
per la città, il piccolo architetto, la testa china, assorto nei propri
pensieri. Perché mai aveva deciso di appendere al chiodo, anni or sono, il caro
tecnigrafo? perché aveva lasciato matita e righello per dedicarsi a
quello strano lavoro: “consulente di project management”? Solo, incompreso,
circondato da ingegneri ed informatici che giornalmente ripetevano. “Strano!
Un architetto che si occupa di PM?”. Questi i pensieri che affollavano la sua
mente. Quante volte aveva cercato di spiegare alla moglie e ai parenti il perché
di tale scelta e quali fossero gli argomenti di cui si occupava giornalmente
nella propria attività lavorativa. Quante volte; inutilmente.
Forse
avevano ragione loro. Forse era stato uno sbaglio. Forse….
Pioveva
e faceva freddo. Casualmente passò accanto ad una libreria. “Entriamo” pensò
“forse qualche nuovo libro”, qualche nuova argomentazione per rafforzare in
lui il convincimento di quanto attuali e importanti fossero le proprie scelte
professionali. Il piccolo architetto entrò. I soliti libri di PM, i soliti
autori, gli stessi temi: pianificazione, pert, earned value, over-load. Ad un
tratto il suo sguardo si fermò su un libro dalle dimensioni insolite, bello nel
colore e nel disegno di copertina. Lesse il titolo. No! Non poteva essere vero.
“Project Management e Progettazione Architettonica”. SI.
A-r-c-h-i-t-e-t-t-o-n-i-c-a! L’autore? Un architetto, un architetto come lui.
Ora non era più solo in quel mondo di ingegneri ed informatici. Non era più
solo! Afferrò il libro dallo scaffale e, freneticamente, iniziò a
sfogliarlo…….
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