Si
sa come il project management differisca
profondamente dal corporate management (o general
management), anche se entrambi sono concepiti per uno scopo prestabilito.
Infatti:
- il progetto è unico;
- il progetto comporta tempi (di inizio e di completamento) precisi;
- il progetto comporta risorse (umane ed economiche) in quantità (e qualità)
prestabilita;
- il progetto implica (ha sempre implicato) la soddisfazione dell’acquirente.
L’ultima
osservazione ha a che fare con la Qualità ma in una nuova connotazione: quella
espressa dalle Norme ISO che affidano però alle intese fra il realizzatore e
l’acquirente di definirne i dettagli.
Il
fatto nuovo di maggiore importanza è che, in Assicurazione di Qualità, il
realizzatore deve dimostrare, quando il prodotto finale del progetto (un
impianto, un macchinario) ancora non esiste, che la Qualità Totale pattuita ha
un’elevata probabilità di essere realizzata. Ciò ha delle conseguenze poiché
il realizzatore deve:
-
migliorare le comunicazioni;
- migliorare l’efficienza;
- tener ben presente e tradurre in termini tecnici, ad ogni passo, le
aspettative del Cliente (la Qualità è “Totale”).
Malgrado
ciò, molti ancora pensano erroneamente che la Qualità si possa apprezzare
soltanto sul Prodotto finale del Progetto ma, in tal caso, non si eviterebbe
(specie nei progetti innovativi) un notevole numero di delusioni (scarti,
rilavorazioni) che si potrebbero classificare come interventi “tardivi” (ed
indebitamente “costosi”). |