Una
caratteristica interessante dei Reports che illustrano le Lesson Learned
provenienti dal Risk Management é che in genere la mole di informazioni che
servono a descrivere il rischio é di gran lunga superiore alla documentazione
che serve a spiegare le misure che si é ritenuto opportuno prendere. E ció é
normale, infatti il Gestore del Rischio é bombardato costantemente da
“particelle di informazione” che devono essere vagliate, analizzate, correlate,
immagazzinate e soprattutto capite e per capirle (nel senso etimologico della
parola) egli deve effettuare mentalmente tutte le considerazioni, che saranno le
stesse che egli dovrà esporre (accompagnate da una descrizione minuziosa del
Sistema) nel proprio rapporto per farle a sua volta capire ai suoi
interlocutori.
In
genere invece le misure adottate sono” l’uovo di Colombo”, semplici, chiare ed a
volte banali; comunque riassumibili in poche righe.
Questa esposizione non costituirà un’eccezione.
Inizialmente sarò costretto ad illustrare un “sistema” (quello cioè che lascia
intravedere il Rischio). Più il sistema é descritto nei particolari, più la
manovra scelta per fronteggiarlo avrà la presunzione di essere effettiva ed
efficace; a rigore dovrei scrivere più pagine possibili per dettagliare il
Problema.
Ovviamente per non annoiare il lettore mi fermerò ad un certo punto... ma ciò
accade anche nella realtà; non si tratta di annoiare il prossimo, si tratta del
fatto che il tempo nel nostro mestiere gioca sempre a sfavore (per cui ad un
certo punto - l’abilità sta appunto nel definire quando – bisogna “chiudere” il
processo) e che quando bisogna decidere bisogna decidere. É poi anche questione
di “dimensione”: se il sistema per essere descritto abbisogna di schemi troppo
complicati (rispetto alle nostre potenzialità) e cioè non risponde al colpo
d’occhio, allora diventa difficile raccapezzarvisi e sovente la freddezza del
Gestore del Rischio sfiora la sensazione dell’ansia.........
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